
La Tecnica del Pomodoro Bollito™ aumenterà la vostra produttività negli appuntamenti galanti e vi garantirà l’acquisizione di una competenza duratura per il perseguimento di qualunque finalità. Essa rappresenta il frutto di oltre due settimane di accurata elaborazione e ponderazione critica, risultando di facile comprensione e sorprendentemente piacevole da mettere in pratica.
Andate a un primo appuntamento, al terzo secondo i vostri genitali stabiliscono che la persona non è fisicamente attraente, al terzo minuto il vostro cervello sbadiglia constatando che non lo è neppure mentalmente. Ma! Avete investito una decina di giorni scambiando frivolezze con questa persona; un sostanziale investimento, ritirarsi dall’appuntamento significa perderlo.
Verrà ora presentato il procedimento per circoscrivere le perdite mediante l’applicazione della Tecnica del Pomodoro Bollito™
Je racconto der mi’ amico il cui vicino c’aveva un cane rumoroso. Un bestione, bestiaccia, carogna, pelosa, che n’n faceva artro che urlá come ‘n ossesso, dalla colazione fino all’Apocalisse, co’ gli straordinari notturni quanno je veniva l’ispirazione. Er mi’ amico tentò una risoluzione diplomatica e parlò con il padrone della bestia. La prima volta s’è presa una scrollata de spalle, gesto internazionale pe’ “nun me ne po’ fregà de meno”, la seconda vorta ‘na pacca paternalista sulla spalla tipo “bravo cojone”, la terza la porta sbattuta in faccia che quasi je stacca er naso. Il cane continuava ad abbaiare: continuo, snervante, abominevole. Allora er mio amico bolli’ un pomodoro, lo legò a un filo mentre era ancora caldissimo, lo caló dal balcone sul terrazzo del vicino: il cane ce s’è fiondato e se l’è magnato. Il pomodoro gli provocò un’ulcera allo stomaco, granata biologica che je esplode nell’intestino, je fece ‘n buco che ancora fumava. La bestia morì il giorno dopo.
Le persone reagiscono in un primo momento con stupore, accompagnato da una spontanea risposta empatica verso il cane. È lì che chiarisco che pure io provo compassione per il cane, visto che i suoi abbai sfrenati derivavano dal maltrattamento e dalla scarsa educazione datagli dal padrone. Ma, fatte tali considerazioni, io, alla fine dell’ultima istanza, sostengo la posizione der mi’ amico, perché tra salvá ‘n cane o salvá la pace mentale de ‘n palazzo intero, vince la pace con netta prevalenza, cioè almeno quindici a zero coi calci di rigore.
È in questa fase che riscontro abitualmente la più elevata incidenza di posizioni divergenti. Ma posso ribattere che quando costoro devono sceglie tra un hamburger e un’insalata, puntano sull’hamburger, assegnando alla vita della mucca la stessa importanza che io assegno a quella del cane. Loro fanno morì ‘na bestia cor distacco de chi tira lo sciacquone, tutto pe’ ‘n piacere che dura quanto ‘n rutto. Io, almeno, lo farei con riluttanza, nella prospettiva di minimizzare l’inquinamento acustico sia nell’immediato che in prospettiva temporale popo estesa.
Il punto non è che difendo i mostri che ammazzano i cani, che si devono tollerare tutti i componenti del vomito de Dio, né che “basta comprasse i tappi per le orecchie”. Il punto è che un argomento polemico estrarrà il massimo valore da ‘sto essere insulso e antiestetico che te ritrovi come controparte (nell’appuntamento romantico).
In primo luogo, garantisce un appuntamento divertente. Potete dibattere sulla santità della vita di quello che è essenzialmente un dispositivo biologico ridotto a mera funzione acustica iterativa, che sarebbe opportuno affrancare dalla propria condizione di sofferenza. Tutto questo insistendo che la diplomazia fu il primo ricorso der mio amico e che è tremendamente deplorevole che si sia dovuta dispiegare un’operazione più speciale per ottenere la pace. La vostra pace e, non dimentichiamolo, quella dei vicini. Della società.
Anzi, a volte aggiungo che diversi vicini ringraziarono il mio amico. Questo induce la controparte (nell’appuntamento romantico) a riflettere sulla propria sintonia con la posizione condivisa dalla maggior parte delle persone equilibrate.
Mi piace anche menzionare che il cane aveva l’opzione di non mangiare il pomodoro, eppure seguì i suoi impulsi golosi. Ciò implica che il cane era destinato a mangiare qualsiasi altro oggetto letalmente velenoso, tipo tre quarti di un vecchio tappeto, e morire una morte molto più stupida e assurda. Perseguite bene questa linea argomentativa e rivelerete forse che non può esistere il concetto di uccidere un essere che non ha alcun istinto di autoconservazione, è una creatura condannata ad uccidere sé stessa, Darwin ce darabbe l’occhèi, eccetera.
È degno di nota che nessuno commenta la tattica del pomodoro in quanto tale. Nonostante essa dimostri l’impossibilità di classificare il vostro amico come un soggetto ostile ai cani, data la sua profonda conoscenza della biologia canina. E se comunque non riconoscono tale conoscenza, devono perlomeno riconoscere che il pomodoro bollito fu particolarmente ingegnoso, economicamente vantaggioso, ed ecologicamente armonioso rispetto a soluzioni che coinvolgono droni o sostanze chimiche create appositamente.
A questo punto capisci che l’esistenza der mio amico, dei suoi vicini e del cane è irrilevante. Come la mia anima o la tua. Come la virgola in un messaggio de bestemmie. Esistono solo perché, se tu, per eccesso di zelo o rigurgito di tedio esistenziale, raccontassi la storia mettendoti nel ruolo del bollitore di pomodori, ti beccheresti subito attacchi personali. Una controparte (nell’appuntamento romantico) senza capacità di pensiero sfumato fermerebbe l’analisi a “cane morto = persona cattiva”, e te pioverebbero accuse addosso, tipo che sei peggio de Mengele ma co’ li animali, er Bin Laden dei barboncini. Nun è ‘n bòn affare dopo dieci giorni buttati a mandasse foto de carbonare e supplì e selfie allo specchio der cesso cor water ancora caldo. Quindi lo scopo der mio amico astratto, oltre a richiamare l’attenzione sulla necessità della quiete per il benessere psichico, è proteggerti da certe reazioni collocando l’intera vicenda su un piano concettuale. Egli non rappresenta altro che questo dispositivo concettuale, quello che rimane ner pentolino dopo ogni processo di riduzione argomentativa, ridotto all’osso.
Alla fine, La Tecnica del Pomodoro Bollito™ è un filtro. Qualora la controparte (nell’appuntamento romantico) esibisca un coinvolgimento intellettualmento valido, è possibile rivalutarne la qualità mentale e persino magari diventa’ amici. Qualora, invece, tale capacità non emerga, si conferma la mancanza di attrattiva sul piano cognitivo e puoi, avendo investito bene il tuo tempo, chiude l’appuntamento avendo almeno goduto.
